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Ora non e molto ho pubblicato in questo periodico ( yz. Ztschr. 1896 p. 567) un piccolo incensiere in bronzo munito di iscrizione incisa attorno al labbro. Per quanto iscrizione, ed anche interpretazione ehe ne ho data, presentino varie difficolt e dubbiezze, e certo ehe il piccolo recipiente era un timiaterio per le incensazioni quotidiane, ehe secondo il rito greco si facevano e si fanno tuttodi non solo nella chiesa, ma anche nella casa, dal padrone o dalla padrona; anzi attesa la piccola mole del vaso io preferisco riconoscere un oggetto di uso privato piuttosto ehe chiesastico. Cosi fatti incensieri non sono nuovi per la Sicilia. II Ferrara nella sua Storia di Catania sino alla fine del sec. XVIII (Catania 1829), alla pag. 408, ne pubblica uno di Patern colla seguente iscrizione mutila e certo scorrettamente copiata nella fine: OOCOnPOCA|AMeNOC . . .. nella qu le e singolare la offerta delT incenso di un santo o veseovo, il cui nome e inintelligibile. L' autore, senza alcuna buona ragione, attribuisce Tincensiere ai reci venuti in Sicilia sulla fine del secolo XV, una colonia dei quali si stabil! a Biancavilla presso Aderno. Ora viene un terzo esemplare di fresco acquistato dal R. Museo Archeologico di Siracusa e rinvenuto a Bibbino presso Palazzolo Acreide. Forma e dimensioni sono allo incirca eguali a quelle dell7 esemplare da me pubblicato; manca pero met della parete, e quindi anche della iscrizione ehe girava attorno al labbro. La parte superstite dice: + oj eoc 6 (sie). E anche qui una invocazione analoga a quella degli altri incensieri; ina colpisce il ritorno dello strano nome di persona segnato in quello di Granmichele, e qui spettante a donna: . Ne mi torna chiara la sua posizione in nominativo, ed il verbo %() dopo la invocazione al Signore. Le forme grafiche rispondono esattamente a quelle dell' esemplare di Granmichele, col qu le il nostro deve essere sincrono. Paolo Orsi, Direttore del E. Museo Archeologico di Siracusa.
Byzantinische Zeitschrift – de Gruyter
Published: Jan 1, 1898
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