Get 20M+ Full-Text Papers For Less Than $1.50/day. Start a 14-Day Trial for You or Your Team.

Learn More →

Mediterraneo unico e molteplice

Mediterraneo unico e molteplice La reazione di stupore e curiosità che ancora oggi suscita il titolo del libro del celebre arabista spagnolo Asín Palacios (1871-1944) Dante e l’Islam , pubblicato quasi un secolo fa (1919), 1 può essere l’occasione per alcune riflessioni sull’eredità di un dibattito che ha avuto, nel tempo, molteplici letture ideologiche. Il disorientamento del lettore rivela che il tema delle fonti islamiche in Dante non ha toccato—se non in maniera liminale—gli ambiti della formazione scolastica né ha avuto una divulgazione al di fuori dei circuiti accademici, tanto che il nome del celebre arabista spagnolo rimane oscuro ai più. Di certo non si tratta di un fenomeno casuale. Piuttosto, si manifesta come un indice di quella costante operazione che è stata accuratamente definita come “rimozione delle fonti arabe” dalla costruzione della tradizione letteraria europea. 2 Tale operazione di rimozione ha coinvolto, in primo luogo, i curricula dei programmi di letteratura e storia, per poi ripercuotersi anche nell’ambito del sapere accademico e della divisione disciplinare. Il libro di Asín Palacios dedicato a Dante, al contrario, andrebbe letto e studiato come un classico interdisciplinare, sia per il piacere che suscita attraversare l’affascinante e iperbolica architettura che l’autore costruisce a partire da alcune http://www.deepdyve.com/assets/images/DeepDyve-Logo-lg.png Oriente Moderno Brill

Mediterraneo unico e molteplice

Oriente Moderno , Volume 95 (1-2): 310 – Aug 7, 2015

Loading next page...
 
/lp/brill/mediterraneo-unico-e-molteplice-jhlSeOc44S

References

References for this paper are not available at this time. We will be adding them shortly, thank you for your patience.

Publisher
Brill
Copyright
© Koninklijke Brill NV, Leiden, The Netherlands
Subject
Note e Discussioni
ISSN
0030-5472
eISSN
2213-8617
DOI
10.1163/22138617-12340089
Publisher site
See Article on Publisher Site

Abstract

La reazione di stupore e curiosità che ancora oggi suscita il titolo del libro del celebre arabista spagnolo Asín Palacios (1871-1944) Dante e l’Islam , pubblicato quasi un secolo fa (1919), 1 può essere l’occasione per alcune riflessioni sull’eredità di un dibattito che ha avuto, nel tempo, molteplici letture ideologiche. Il disorientamento del lettore rivela che il tema delle fonti islamiche in Dante non ha toccato—se non in maniera liminale—gli ambiti della formazione scolastica né ha avuto una divulgazione al di fuori dei circuiti accademici, tanto che il nome del celebre arabista spagnolo rimane oscuro ai più. Di certo non si tratta di un fenomeno casuale. Piuttosto, si manifesta come un indice di quella costante operazione che è stata accuratamente definita come “rimozione delle fonti arabe” dalla costruzione della tradizione letteraria europea. 2 Tale operazione di rimozione ha coinvolto, in primo luogo, i curricula dei programmi di letteratura e storia, per poi ripercuotersi anche nell’ambito del sapere accademico e della divisione disciplinare. Il libro di Asín Palacios dedicato a Dante, al contrario, andrebbe letto e studiato come un classico interdisciplinare, sia per il piacere che suscita attraversare l’affascinante e iperbolica architettura che l’autore costruisce a partire da alcune

Journal

Oriente ModernoBrill

Published: Aug 7, 2015

There are no references for this article.